Impianto di distribuzione del gas

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L’impianto interno di distribuzione del gas combustibile è costituito dalle tubazioni, che lo distribuiscono partendo dal contatore ai diversi apparecchi utilizzatori.

Le tubazioni possono essere installate esternamente, “in vista”, oppure “sotto traccia”, all’interno della muratura in modo non visibile. È importante ricordare che queste non devono mai essere utilizzate come messa a terra di apparecchi elettrici, né per altri usi impropri.

Nella realizzazione dell’impianto interno mediante tubazioni poste sottotraccia è fondamentale rispettare precise prescrizioni di sicurezza, tra le quali:

  • le tubazioni devono essere posate a determinate distanze dagli spigoli delle pareti e del pavimento
  • devono essere annegate in malta cementizia
  • devono essere opportunamente segnalate con elementi che rendano possibile l’individuazione del loro percorso. In mancanza di segnalazione, prima di forare un muro, per evitare danni causati dai trapani, è bene dotarsi di uno strumento (facilmente reperibile presso un negozio di ferramenta) in grado di rivelare la presenza di metalli
  • tutti i rubinetti e le giunzioni filettate dei tubi devono rimanere a vista o essere inseriti in apposite scatole ispezionabili con coperchio non a tenuta verso l’interno del locale.
Artuso Impianti Vicenza - Impianti di distribuzione del gas

I materiali che costituiscono l’impianto interno dell’appartamento (tubazioni) e i loro accessori devono essere nuovi: è vietato l’impiego di tubi, rubinetti e simili rimossi da altro impianto già funzionante.

Il Decreto Ministeriale n. 37/08 (che ha sostituito, abrogandola, la “vecchia” Legge 46/90) stabilisce che per qualsiasi intervento di installazione, modifica, ampliamento e manutenzione di impianti a gas, nonché per l’installazione e la manutenzione di apparecchi, bisogna rivolgersi unicamente ad installatori abilitati in possesso di determinati requisiti tecnico-professionali, attestati da un certificato di riconoscimento rilasciato dalle Camere di Commercio o dalle Commissioni Provinciali per l’artigianato.

Prescrive inoltre che, al termine dei lavori, l’installatore rilasci una dichiarazione di conformità che attesti che l’impianto e stato realizzato secondo le normative vigenti che rappresentano lo “stato dell’arte”. L’installatore abilitato deve, tra le altre cose, effettuare le necessarie valutazioni per quanto riguarda l’aerazione, lo scarico dei prodotti della combustione e l’ubicazione degli apparecchi previsti.

Installazione degli apparecchi

A monte di ogni derivazione di apparecchio di utilizzazione e cioè a monte di ogni tubo flessibile o rigido di collegamento fra l’apparecchio e l’impianto interno, deve sempre essere inserito un rubinetto di intercettazione, posto in posizione visibile e facilmente accessibile.

In particolare, l’installazione di apparecchi a gas di tipo tradizionale è vietata nelle camere da letto, mentre è consentita nei bagni, ma a condizioni molto limitative, la sola installazione di apparecchi per la produzione di acqua calda.
I divieti e i limiti sono imposti dal fatto che qualsiasi apparecchio in cui sia in funzione un bruciatore assorbe l’aria necessaria per la combustione ed emette i fumi prodotti dalla combustione stessa. Se la combustione avviene in un ambiente chiuso, l’aria deve essere prelevata dall’esterno, mediante apposita apertura di ventilazione obbligatoria.

Nell’installare un apparecchio, deve essere sempre verificato che esso sia idoneo per il gas combustibile con cui viene alimentato. Infatti, una combustione non ben regolata — quale risulta sempre quella in un apparecchio costruito per un gas diverso da quello distribuito nella zona – può dare luogo a formazione di monossido di carbonio. La fiamma deve sempre risultare ben tesa ed azzurra, mentre se risulta irregolare e giallastra occorre un intervento da parte dell’installatore.

Evacuazione dei prodotti della combustione

Per quanto concerne l’evacuazione dei prodotti della combustione, nel caso che ci si discosti dai semplici esempi riportati dalle norme, i terminali di tiraggio per lo scarico diretto (non forniti dal costruttore dell’apparecchio, come invece sempre avviene per gli apparecchi di tipo C), possono essere impiegati solo a certe condizioni, tra le quali quelle che ne sia identificabile il produttore e comprovato il funzionamento per la portata massima di impiego.